È lunedì e se, complice un pranzo di Natale durato drammaticamente dall’una alle cinque di pomeriggio, lunedì scorso abbiamo taciuto, oggi, ultimo giorno di questo turbinante e bizzarro 2012, non possiamo esimerci dal pubblicare la parola della settimana, che sono sicura voi tutti stavate aspettando in trepidante attesa.
Ci ho pensato a lungo, ieri sera, riflettendo su questi fantomatici bilanci di fine anno che fioccano ovunque come ragnatele d’inverno, ci ho pensato a lungo e alla fine l’ho trovata. L’unica parola che possiamo eleggere oggi a regina della rubrica è
ADDIO
addio a un anno di cambiamenti e di rivoluzioni, un anno fatto di emozioni forti e di dolce quotidianità, di amicizia, amore, libri lanciati contro il muro, esami finiti; addio a un anno fatto di porte chiuse e di forsennata e smarrita ricerca del famoso portone. Addio ai dubbi e ai tentennamenti, alle strade perse e a quelle ritrovate, addio a una sciocca profezia Maya, ai tarocchi e alla voglia matta di sapere prima cosa accadrà domani. Ma soprattutto, con un bel po’ di commozione, addio a una donna che sembrava immortale e che alla fine forse un po’ lo è. Addio a Rita Levi Montalcini e alla sua intramontabile crocchia di capelli bianchi, ai vestiti lunghi e castigati, tragicomicamente fuori moda e fuori secolo, addio al suo non aver mai bisogno di stampelle e alla sua irrefrenabile passione, che l’ha trasformata in uno dei pochi, ormai, italiani illustri, sperando che un’altra italiana prenda ora il suo posto tra le immortali, di fianco a Cher.
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