Archivio per la categoria ‘fashion contro stile’

lei sì che sa essere elEGGant!

L’estate sta finendo, un anno se ne va, ed è arrivato il momento, evidentemente, per molti di noi di rifarsi il guardaroba in vista della nuova stagione autunno-inverno. Che sia la missione caritatevole di aiutare le povere smarrite fescion victimz nell’affannosa ricerca del capo perfetto a spingere Anna dello Russo, la cosiddetta giornalista italiana, consulente creativa di Vogue Giappone, a cantare con il suo perfetto accento da ingliscuoman (altrimenti detta englishwoman) “You need a fashion shower”, possibilmente da H&M? Sarà, ma a me questa “donna”, classe ’62, definita dal fu Helmut Newton “maniaca della moda” fa un po’ paura e altrettanto dicasi del suo personalissimo concetto di moda. Nel video afferma che “fashion is always unconfortable”, ma a giudicare dagli outfit che è riuscita a mettere insieme e a fotografare nel corso degli anni, per lei il concetto di “unconfortable” non solo supera qualsiasi limite ritenuto umanamente possibile, ma è anche indissolubilmente legato a quello di “terribile”.

in fondo al maaar!! …ci stanno i pesci più brutti di sempre

E io che pensavo che Chiara Ferragni fosse già ridicola con la sua lunga serie di pellicce più o meno variamente colorate. Stolta!! Che dire di questa cinquantenne impazzita che è convinta che il massimo dello stile sia travestirsi da barboncino incazzato? Vediamo dunque nel dettaglio quale sarebbe il top del fescion. Si comincia con un look alla Corto Maltese, con cappello da capitano di ventura calato sugli occhi e pelliccia vaporosa che copre il resto della faccia. Mi auguro almeno che abbia con sé un cane guida, dato l’evidente impaccio visivo imposto dalle convenienze della moda. Passiamo poi al mini-abito da sirenetta “in fondo al mar” con ghigno da pescecane indossato apposta per l’occasione, per continuare con l’abito rosso lungo fino ai piedi, definito “imperiale” da una fan con la vista annebbiata, rigorosamente abbinato a tiara dorata con veletta del peso – almeno! – di 15 chili. Ma il capitolo dei cappelli dell’immensa ed unica (per fortuna) Anna merita una menzione a parte. Si va dalle composizioni di piume alle rose fuxia con spine – con le quali riesce a rendere volgare persino il pied de poule -; alle mini-canoe; alle scritte orribilmente abbreviate ed autoreferenziali; alle mele dorate da Elena di TROIA; alle uova di Pasqua; agli pseudo-cap da cavalla imbizzarrita; alle – ahimé! – maschere da carnevale di Venezia. Vedere per credere, perché so che un simile straripante elenco sembrerebbe veramente improbabile.

 

Altrettanto interessanti sono le calzature, che offrono al devoto occhio della nostra ammirazione modelli alla Flash Gordon, décolleté a righe nere e arancio, sandali rosa con fiocchi imbarazzanti e svariati esempi di stivali sadomaso, da quelli neri a quelli pitonati e stringati, tutti rigorosamente inguinali e naturalmente indossati anche la domenica per andare a messa. Non parliamo poi – vi prego! – dei “fashion jewels” alla Luigi XIV, che sempre secondo l’ormai nota canzone dovrebbero “personalize your style”. Decisamente roba d’altri tempi e probabilmente anche di altri pianeti. E che dire poi della incredibile multidimensionalità della maggior parte degli abiti preferiti dalla dello Russo? Serve ben più di un mondo parallelo per contenere quelle spalline alla Star Trek e quegli uccelli morti che si tira dietro insieme alle orecchie di Minnie, e che fanno pensare con un po’ di inquietudine ad un tentativo di emulazione de “Il cigno nero”. Poi c’è ancora il capitolo delle magliette – ché date le dimensioni non possono essere assolutamente definite “vestiti” – animalier giro-passera, delle tutine in pizzo “vedo e rivedo” (ma non vorrei vedere per nulla al mondo) e quello indimenticabile delle gonne a pallone da pallacanestro. Insomma, volendo dare anche noi una definizione di ADR (“adore” o Anna dello Russo, poveri noi!), potremmo agilmente pensare ad un comico mix tra Lady Gaga e Paola Cortellesi, in poche parole una macchietta adatta solo a farci ridere nei momenti di noia. Triste pensare che invece qualcuno l’abbia voluta fatalmente responsabile di una rivista, per quanto sia una rivista di moda come Vogue. Ed è addirittura preoccupante sentirla definire “icona INTERGALATTICA” ed “emblema dello stile, della moda, dell’avanguardia glamour, pioniera del fashion blogging”, perchè a questo punto mi chiedo come sia possibile che, come si suol dire, lei sì ed io no.

Cari miei, una volta c’era una vera donna di stile che disse: “La moda passa, lo stile resta”, oggi abbiamo Anna dello Russo, che con umiltà ammirevole dichiara: “Io faccio la musa, sono la vestale della moda”. Un solo possibile commento: si salvi chi può!!

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Per tutti coloro che irrimediabilmente ed accidentalmente fossero rimasti indietro: c’è un nuovo fenomeno che non può più essere ignorato, una nuova indiscussa regina dello stile e dell’eleganza, un autorevolissimo fescion  fashion guru che si impone sulla scena italiana- ma soprattutto internazionale- con autorità ed eccellenza.

la sobrietà degli orecchini di Anna Dello Russo

Come avrete tutti immediatamente capito fin dalle mie prime parole, sto parlando dell’immensa Anna Dello Russo. Beh, se ancora vi state chiedendo chi diavolo sia, beccatevi questo video che sta contagiosamente appestando le varie bacheche e pagine di Facebook. 

Anna Dello Russo – you need a fashion shower

al grido di “you need a fashion sciauèrshower” e alla violenta affermazione “I am the guardian…of fashion!” pronunciati con impeccabile accento da inviato speciale della BBC a Bari vecchia, la nostra eroina pugliese si ostina ad impartire un discutibile quanto ridicolo decalogo di moda, vestita di lattice e agghindata in modo totalmente casuale di costosissimi e griffatissimi gioielli. Parrebbe insomma una sorta di Chiara Ferragni con il doppio dell’età e drammaticamente investita della ben più grossa responsabilità di un’intera rivista. L’una ha disegnato un paio di notevoli mutandine per Yamamay, l’altra lavora come scrittrice e referente in Giappone per Vogue, ora testimonial di H&M- donne, che fate ancora a casa? correte a rifarvi il guardaroba! Definita da Helmut Newton come “maniaca della moda” la barocchissima Anna Dello Russo si è cimentata davvero con ogni tipo di look, adorata e stigmatizzata da migliaia di fan in tutto il mondo, a tal punto che sono state prodotte t-shirt a tiratura limitata raffiguranti le sue dieci mise migliori.

Beyond – il profumo griffato da Anna Dello Russo

Ed il suo nome a caratteri cubitali, naturalmente. Data la sua esuberanza stilistica e la sua estenuante autocelebrazione, non si è neppure fatta mancare uno slogan personale “J’ADR”-le sue iniziali formano parte dell’espressione francese j’adore- ed un profumo da lei griffato- Beyond- contenuto in una preziosa boccetta a forma niente di meno che di scarpa con il tacco, tanto per non essere ossessivamente e compulsivamente monotematici. Vi consiglio questa divertentissima pagina di facebook, che offre a tutti gli appassionati la trascrizione fedelissima di tutte le perle inglesi della nostra Anna. Inutile dire che ci sentiamo tutti pieni di orgoglio nel vedere la nostra nazione rappresentata, dal punto di vista dell’artistico occhio della moda, da una donna di tale talento, portata, levatura. Un vero stimolo e paradigma per le nuove e vecchie generazioni, perché vivere per potersi permettere di “non indossare mai due volte lo stesso vestito” è una vera ambizione, un sogno, un risultato da raggiungere e di cui andare terribilmente fieri.

trova il veliero abilmente nascosto nell’acconciatura di Anna Dello Russo

Anna Dello Russo rappresenta il sogno italiano di bambina che a dodici anni sognava la sua prima borsa di Fendi e che ora, quarant’anni dopo, corona il suo ambizioso sogno di coprirsi quotidianamente di ridicolo senza neppure la vaga giustificazione di una passerella o delle luci di un palcoscenico. Lei, donna che si sente niente meno che musa della moda stessa. Non perdetela dunque di vista, e non dimenticate la vostra “fescion sciauer” quotidiana!

t-shirt autocelebrativa con “uno dei dieci migliori look di sempre” di Anna Dello Russo

/m 

A quanti di voi è capitato di ricevere un invito a nozze e disperarvi per mesi interi alla ricerca della mise più adatta alla portata del vostro portafogli? Quante volte vi siete arrovellati su cosa indossare per risultare adeguati ed eleganti? Quante volte poi avete visto con orrore individui bizzarramente ed improponibilmente agghindati  per una cerimonia, riproponendovi di evitare a tutti i costi di fare la stessa figura?

In veste assolutamente occasionale di wedding planner, eccovi un preziosissimo vademecum su tutto ciò che dovete assolutamente evitare nelle occasioni formali, frutto- lo giuro- di horribili visioni che ho visto con i miei occhi negli ultimi anni!

  1. la cofana, stramaledetta cofana. Non riesco veramente a comprendere che cosa ci sia di elegante in un’acconciatura quadridimensionale sostenuta da un’impalcatura di filo di ferro con rose vere incastonate al suo interno, riccioli intagliati nel legno massello e quintali di lacca e gel a fissare e rendere amabilmente traslucido il tutto. Soprattutto se la ragazza in questione ha un viso largo che sarebbe molto più adeguatamente incorniciato da una morbida chioma sciolta. 
  2. i tacchi; se siete donne abituate alla scarpa rasoterra, evitate di sfoggiare trampoli da drag queen sui quali puntualmente non sapete camminare, ostentando un’andatura da dinosauro inferocito. Se ci tenete a slanciarvi, fate le prove in casa finché non siete sicure della camminata!
  3. il vestito; semplicità e bon ton, questi sconosciuti; altro falso mito della cerimonia, il credere che l’abito non sia adeguato se non ha almeno dieci metri quadrati di gonna sorretta da cerchione in ghisa, strascico- e non mi riferisco alla sposa- colori cangianti, pizzi ovunque. Salvo poi, essere in una condizione di perenne fastidio, con le mani che continuamente sistemano un tendone da circo al quale non siete abituate e che indossate con la leggerezza di un elefante in tutù rosa. 
  4. la griffe; ostentare al mondo la vostra presunta possibilità economica con borse griffate e abiti ed accessori con marche in vista ovunque non vi rende delle gran signore, quanto più delle arricchite che riescono a sembrare pezzenti con il budget con cui una vera donna parrebbe una modella. Puntate sulla qualità, non sul marchio!
  5. i gioielli; è vero, di occasioni formali per indossali non ce ne sono molte, ma metterli tutti insieme è ritenuta una scelta vincente solo se siete state scelte per impersonare l’albero di Natale alla recita di fine anno. E ancora: evitate i finti diamanti di bigiotteria, piuttosto nulla!
  6. la cravatta, questa sconosciuta! Meglio comunque evitarla del tutto che annodarla male e con una lunghezza complessiva di una spanna, con la parte dietro in bella vista, o magari addirittura infilata nei pantaloni perché troppo lunga!
  7. la cintura; se vi siete messi un abito, sforzatevi di indossarla anche se sappiamo tutti benissimo che i pantaloni non vi cadono. A meno che non abbiate delle bretelle, ma allora siamo su un altro pianeta, e di questo decalogo ve ne potete anche fregare. 
  8. il calzino: non bianco, non corto, non di spugna. Sopratutto se avete la vaga intenzione o speranza di sfruttare l’occasione per rimorchiare. 
  9. la camicia; con l’abito non è contemplata quella a maniche corte, dovrebbe essere faticosamente infilata nei pantaloni- è dura, ma vi assicuro che entra- e se sudate in modo imbarazzante, dovreste coprirla con una giacca.
  10. le paillettes, non so come ma mi stavo dimenticando delle onnipresenti guastafeste sberluccicanti. Si possono porre molti interrogativi sulle paillettes, ma una e ua sola è la risposta: NO. Soprattutto se il vostro abito ne è interamente ricoperto e siete la sorella dello sposo.

e voi quali drammatiche esperienze avete avuto con i festeggiamenti formali?

/m

sexy Ferragni

Immagino la scena… vado dal mio parrucchiere di fiducia e gli chiedo, con aria disperata: “Ti prego, fammi bionda immediatamente perché devo prendere il posto di Chiara Ferragni: è una questione di sicurezza nazionale, anzi, mondiale!!”

Non so a voi, ma a me questa platinata bocconiana anoressica disturba parecchio. Mi chiedo come sia possibile che una come lei abbia tanto successo, mentre altri dotati di molto più talento arrancano e annaspano per essere riconosciuti. Ma chi è Chiara Ferragni? Quello che sappiamo è che ha un passato da bimbaminkia, documentato da un cyber-diario tutto in rosa da lei tenuto nel 2006, quando si faceva chiamare “Diavoletta87 F.” (link QUI). La fiera delle kappa e la morte dell’italiano, come si può vedere fin dai primi post, che ci fanno seriamente domandare se le vocali di “bocconiana” siano tutte al posto giusto, dato che questa poi con l’italiano dovrebbe lavorarci – si spererebbe – in quanto blogger. Lasciamo stare le illazioni che la vedrebbero nelle vesti di una tale “sublime” a fare domande veramente imbarazzanti su yahooanswers, per approdare direttamente all’era contemporanea della fashionista.

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“L’insalata bionda”, che ci ricorda tanto American Beauty, appare come una vera e propria Barbie in carne ed ossa (soprattutto ossa), come testimonia la sua immagine profilo, mentre quello che pubblica ci sembra quanto meno leggero, per usare un eufemismo. Di sicuro – e per fortuna – non si spreca in parole, preferendo riempire le pages del blog con le foto dei suoi outfit e dei brand da lei preferred. No, non sono impazzita, ho semplicemente voluto dare un esempio dello stile letterario della cara Chiara, evidentemente molto influenzato dagli studi in Bocconi.

Vogliamo ora discutere delle scelte stilistiche della Ferragni in fatto di abbigliamento? Color blocking sempre e comunque e ossessione per il mini che sfiora il nudismo, come quando lascia allegramente il reggiseno in super-vista o quando nasconde i micro-shorts sotto una maxi-camicia con frange, non si sa se Charleston o western, di quantomeno dubbio gusto. Infine, non vorrei, ma non si può non parlare di un altro chiodo fisso della fashion icon: il pelo. Diciamolo chiaramente, il pelo affascina, tira e trascina, coinvolge da che mondo è mondo. Ma non esageriamo, se non vogliamo correre il rischio di passare per feticisti. Per esempio, la lana grezza da “pecora nera” non è esattamente il massimo, non trovate? Per quanto possano essere velli “eco”, personalmente mi fanno un po’ impressione.

Forse, tra uno shooting e una seduta di shopping la Ferragni potrebbe riflettere su una frase della grande Chanel:

“La moda passa, lo stile resta.”

§gloria§