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Qualche settimana fa mi è capitato di leggere, purtroppo o per fortuna, un articolo interessante  dal titolo “Le FAQ della Sperimentazione Animale”. L’argomento è più che mai attuale ed estremamente dibattuto, e, dal malaugurato momento in cui ho deciso di  seguire la discussione, ha iniziato anche a perseguitarmi, tanto da intasare a tratti la mia casella di posta elettronica. Come capita per la politica, per la religione e per i diritti civili, anche il tema dell’animalismo e dell’anti-vivisezionismo infiamma i cuori di molti italiani che, si sa, sono un popolo passionale sotto molti punti di vista. Il giorno dopo la scoperta di questo breve saggio infatti mi sono ritrovata in piazza al centro di una manifestazione – suppongo studentesca – e di un’operazione di volantinaggio contro la vivisezione, mentre io cercavo solo di raggiungere la stazione ferroviaria (comportandomi dunque, con la scelta del treno come mezzo di trasporto, da perfetta ecologista moderna). Avrei dovuto iniziare allora a capire che i segnali erano nefasti. Premetto che io non sono affatto a favore di un tipo di sperimentazione animale inutilmente cruenta, ho sempre amato gli animali di qualsiasi specie fin da bambina e ora che sono adulta continuo su questa linea di pensiero (e vorrei tanto un cagnolino da coccolare!).  Dall’altra parte, però, dal momento che mi sforzo di adottare un punto di vista razionale e ragionevole, sono comunque costretta ad ammettere che la sperimentazione animale, correttamente regolamentata e condotta, è più che mai importante e utile per il progresso scientifico, in particolare in ambito biomedico, che è poi quello di cui io mi occupo quotidianamente come futuro (anzi quasi) medico.Tengo in modo particolare a sottolineare il significato di quello che ho appena scritto. La sperimentazione animale correttamente regolamentata e condotta, che è cosa ben diversa dalla vivisezione, è una pratica che deve sottostare a precise condizioni, basate largamente su seri principi di bioetica, ed è un mezzo di ricerca scientifica estremamente utile, se non al giorno d’oggi imprescindibile. Praticamente tutta la sperimentazione farmacologica cesserebbe se non esistesse la sperimentazione animale, così come numerosissime scoperte in ambito oncologico, ma non solo, non sarebbero potute avvenire senza di essa. Certe bionde californiane che farebbero meglio a leggere VogueCosmopolitan invece di scaldarsi tanto su temi che probabilmente conoscono solo superficialmente, fanno davvero troppa fatica a capire la sottile differenza che esiste tra massacro di esseri innocenti, tortura e progresso scientifico disciplinato e legale. All’ennesimo commento contro i “vivisezionisti” (leggi “ricercatori”) non ho potuto che rispondere alla platinata di turno con una citazione rivisitata della sempreblonde Britney: “Ops! You did it again!”

http://www.youtube.com/watch?v=CduA0TULnow&ob=av2e

Ripeto ancora una volta: fondamento irrinunciabile di tutte le scienze biomediche è un comportamento improntato ai principi della bioetica. Se vogliamo pensare che studiare – un esempio per tutti – la cancerogenicità, la mutagenesi o la teratogenesi di un composto chimico sui topi prima che sull’uomo sia immorale allora dovremmo anche avere la coerenza di opporci al 100% allo stato attuale delle cose, rifiutando qualsiasi cura medica che sia stata elaborata grazie alla sperimentazione animale. Inutile sputare fiele su chi lavora per la salute e il benessere di tutti.

§gloria§