Ice age is coming
Finalmente ce l’abbiamo fatta a diventare dei fashion blogger invitati agli eventi mondani di maggiore rilievo intergalattico. Finalmente possiamo smettere di invidiare senza ritegno Chiara Ferragni, Anna Dello Russo e la venerabile dea della moda, l’Innominata col caschetto. Siamo i presentatori del ritorno di un’era, chiamati a darle il benvenuto e, magari, a cercare di capirla un po’.
Nel 1981 Ian Curtis cantava con i Joy Division “I’m living in the Ice age”, dissimulando ed esorcizzando sul palco i suoi attacchi epilettici, e oggi una nuova era glaciale sembra essere tornata a farci visita. Cosa possiamo fare noi per essere dei degni padroni di casa e farla sentire a suo agio? Mh, fatemici pensare… Ma certo, champagne! In eleganti bottiglie black and white, proprio come una distesa di ghiaccio e i suoi crepacci.
Questo slideshow richiede JavaScript.
Gli organizzatori del reopening di Mikiku BrainStore di Pavia hanno avuto esattamente la mia stessa idea e sono stati così gentili da invitarci per un brindisi. Così io e il mio fido assistente – ops! volevo dire collaboratore – abbiamo aperto gli armadi, ne abbiamo estratto quei quattro stracci che ci rendono tanto adorabili e ci siamo avviati. Gioia e giubilo nel vedere ancora confermato il nostro essere sempre all’altezza. Ma senza esagerare, ché il tema della serata era l’anaffettività. Parola grossa, che contiene tanto, soprattutto riflette molto il mondo moderno. I sentimenti sembrano quasi fare paura e si moltiplicano i modi per zittirli, al giorno d’oggi sempre più raffinati. La finezza è una qualità così importante, in tutte le sue accezioni. Bisogna essere fini nel senso di eleganti, fini nel senso di magri, fini nel senso di intellettuali. Il cervello deve essere l’unico organo a sopravvivere alla glaciazione, un cervello che rischia di perdersi osservando se stesso. I lineamenti degli uomini e delle donne fotografati per il puzzle “Ice age is coming”, cuore della campagna pubblicitaria – riuscitissima – elaborata per l’evento, catturano l’attenzione ponendo quesiti a volte di difficile soluzione. Chi sono? Cosa provano ad essere imprigionati dal ghiaccio dei loro stessi sentimenti ibernati? Cosa sono? Sono gli uomini e le donne che oggi si trovano a dover fare i conti con un mondo, con una società, in cui non si sa più quali debbano essere le priorità. Anche gli amori e le amicizie oggi non hanno più le vie canoniche, filtrate da schermi polari attraverso i quali si perde persino il senso di chi si è. Siamo tutti queer, tutti smarriti in un non-sentire che in fondo ci regala un senso di tranquillità. Mikiku è riuscito perfettamente a comunicare questa nuova situazione sociale, radunando nella nuova sede del BrainStore un buon numero di hipster pavesi, quelle persone-personaggi che non hanno bisogno di cibo, che sono un po’ l’essenza della buona società moderna, anime e cervelli ridotti all’essenziale. Ma naturalmente è un essenziale ricoperto dal superfluo, come un paio di occhiali grandi senza le lenti. O come la polaroid che gioca alla metafotografia con la videocamera, entrambe vaganti tra gli invitati per immortalare tutti. C’è una sorta di dolcezza nel rimpiangere il passato e nel venerare il vintage.
Ma ora basta, abbiamo fame, di cibo oltre che di sentimenti. Noi che bruciamo concludiamo la serata con un kebab piccante.
§g§