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Riscoprire la fede nello spirito natalizio quando, inaspettatamente, ti trovi a dover fare una fototessera che – miracolosamente e al primo tentativo – tira fuori la bellezza da un sorriso a bocca chiusa, da una barba non fatta e soprattutto dall’assenza dei miei fedeli occhiali da vista, che mi accompagnano sempre e nascondono almeno in parte le mie perenni occhiaie. Caro Babbo Natale, ora finalmente so che nel resto dell’anno fai il fotografo!

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Questo prova che Santa Claus esiste e che noi, sempre noi, gli irriducibili della satira e della battuta facile, siamo in realtà dei gran cuori teneri! Evviva il Natale, evviva queste piccole grandi emozioni da condividere!

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N.d.A. e noi condividiamo questa riscoperta vena di commozione in una nuova ribrichina che dice tutto in una parola, come Marco Mengoni: “l’essenziale”.

pazza l'idea...

pazza l’idea…

È primavera et je suis foutue. In sottofondo canta la Patty, perché è l’unica voce che riesco grosso modo a riprodurre senza divenire preda di conati di stecche. Forse anche un po’ perché in fondo io le assomiglio, soprattutto in questo periodo di piogge e di ormoni, con tutti i pensieri stupendi che gli vengono dietro. È decisamente questo il momento in cui le mie cellule pian piano si svegliano, stiracchiano pigramente le loro membrane colesterolose e si guardano curiose intorno in cerca di qualcosa da fare dopo il lungo inverno. “Pazza idea” cede il posto alla Lauper, naturalmente, perché la verità è che con la primavera, pioggia o non pioggia, dieta o non dieta per la prova costume, io ho una voglia folle di sentirmi ancora più figa che mai. Voglio ballare, ecco, se solo riuscissi a convincere gli spigoli che non sto facendo nulla di male.

Sto solo cercando, a mio modo, di resistere a quelle che per me sono le tentazioni peggiori, quelle che poi mi fanno sentire in colpa anche per giorni. So benissimo cosa diceva Wilde, che delle tentazioni ci si libera solo cedendovi, ma io non mi libero della voglia di cioccolato o biscotti, mai, e quello che ottengo è solo più peso sulla bilancia. Perciò io non cedo alle mie tentazioni, non a quelle del cibo, almeno. Le altre, lasciamo perdere… se l’unico modo per liberarsi di una tentazione per qualcuno è cedervi, per me è senz’altro cedere a un’altra. Quale, vi starete chiedendo. I rondò veneziani, naturalmente! In questo mondo globale e perverso, mentre le cavallette devastano lo stivale e Roma è coperta da una coltre nera, io cedo il passo al mio lato senza cervello, alla bionda, alla rossa, alla scema che è in me e mi metto a incontrare persone a caso. Il guaio è che so già in partenza dove vanno a parare, questi Tancredi dell’era moderna, che invece che con la spada ti saltano addosso a suon di messaggi, so già cosa vogliono dal mio frustino. Ma anche se lo so, ad alcuni di loro riesco ugualmente ad appassionarmi, inutile dirlo. Beh, siamo onesti, a uno di loro, uno su mille ce la fa.

On air: Girls just wanna have fun

§Leona Luce Togre§

Strano. C’è qualcosa di davvero strano in un essere umano. Deve essere l’incredibile capacità che ha di far ballare il proprio cuore anche quando si sta annoiando davanti a una finestra, anche quando ballare era l’ultima cosa che pensava di poter fare in quel momento. Da quel che so l’uomo è l’unico animale in grado di passare dalla quiete alla tachicardia alla commozione nel giro di appena qualche minuto. Certo, se pensiamo a un’antilope che, mentre bruca tranquillamente l’erba, all’improvviso vede le zanne di una leonessa avvicinarsi vertiginosamente al proprio fondoschiena e per il panico va a schiantarsi contro un baobab, qualcuno potrebbe accusarmi di essere stata precipitosa nell’etichettare con il marchio della singolarità l’Homo sapiens sapiens. Il tipo di commozione a cui mi riferivo, però, non era precisamente quella cerebrale, bensì piuttosto un certo moto dell’animo, che spesso stenta addirittura a dare segno di sé nel mondo tangibile dei cinque sensi, ma prende indubbiamente le mosse dal centro del petto, da quell’organo mistico e allo stesso tempo così materiale: il cuore.

dolce anatomia

Mi ha sempre affascinato in modo particolare, il cuore, tanto che all’inizio, quando muovevo i primi passi a medicina, avevo addirittura pensato di fare il cardiochirurgo. Poveri noi! L’esaltazione provata durante la lezione sulla circolazione extracorporea era quasi riuscita a darmi il colpo di grazia (o di fulmine, che dir si voglia), ma poi, per la fortuna dei miei futuri pazienti, una certa difficoltà nel pelare le mele ha infine vinto questa insana passione. Eppure davvero – ci avete mai pensato? – il cuore umano è un organo incredibilmente suggestivo. Si muove così, ritmicamente e con regolarità, accelerando appena per metà respiro, e normalmente neppure ti accorgi che c’è. Però senza di lui, cosa saresti? Un corpo inerte, senza vita, e non soltanto perché saresti veramente morto. Senza le aritmie e le commozioni cardiache, che possono portare un animo umano alle vette e agli abissi dell’emozione, che senso avrebbe l’intera esistenza? E, nonostante questo, malgrado la poesia che sul cuore aleggia da sempre, lui rimane così, un organo fatto di carne, neppure troppo bello, ma incredibilmente umano. Per ricordarci che, dopotutto, anche l’emozione, persino l’amore, che del cuore sono la vita e l’essenza, possono nascondere le loro insidie. Ma senza di loro saremmo morti.

(Liberamente tratto dalle riflessioni di una grande artista: Sylvia K)

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cosa può riservarti la migliore vacanza della tua vita??

L’estate si sa è spesso foriera di momenti magici ed emozionanti, che scaldano il cuore e lo inondano di allegrezza. A me non capita, forse perché ne ho abbastanza di tutte le trepidazioni invernali, autunnali e primaverili, ma sto naturalmente parlando delle cosiddette “storie d’amore” sotto l’ombrellone, che tanto appassionano le ragazze più platinate e che personalmente definisco in modo credo più calzante “colpi di sole”. Sono il classico esempio di momento rondò prolungato ad hoc per avere una compagnia nelle follie agostine, il che mi fa tornare alla mente tutte le meraviglie che nel vortice degli ultimi mesi ho malauguratamente dimenticato di raccontarvi.

Quest’estate a me – dicevo – non è capitato nulla del genere, anzi, ho avuto un mese e mezzo di calma decisamente anche troppo piatta, ma questo mi ha permesso di dilettarmi a mio piacimento nel ricordare e nel riordinare i migliori rondò veneziani raccolti nei mesi precedenti. Bene, cominciamo!

Il primo siparietto degno di nota è sicuramente la cena dei membri di una rispettabile corale universitaria, durante la quale ad una fanciulla, che sembrerebbe incarnare tutte le caratteristiche della donna ideale di un membro quasi cinquantenne del suddetto circolo, viene pubblicamente proposto un facile modo per guadagnare qualche spicciolo – nel vero senso della parola “spicciolo” – prestandosi a diventare il regalo vivente da fare al nobil signore di cui sopra, prossimo al compleanno e, evidentemente, ad una crisi di nervi per troppo scarse interazioni con il gentil sesso.

In una simile atmosfera si inserisce a meraviglia una scenetta comica a sfondo sessuale, immaginiamola come se fosse una striscia dei Peanuts. Un ragazzo e una ragazza si trovano in una situazione decisamente intima, che vede lei in ginocchio e lui verosimilmente in piedi. A quel punto lui irrompe con una vena di romanticismo esclamando: “Vedi di non farmi un rigatone!”. Questo fa parte della nutrita serie di capitoli dell’enciclopedia umana appartenenti alla sezione “La classe non è acqua, bensì qualcosa d’altro”.

Vediamo ora un attimo la vasta schiera dei migliori modi per chiudere una storia, che d’estate fa sempre comodo avere sotto mano. Quest’anno abbiamo due succose novità tra cui scegliere: puoi decidere di non sporcare il vestito nuovo con le lacrime dell’abbandonato, optando per una vigliacchissima chiusura via Skype senza perdere tempo in noiose ed inutili spiegazioni; oppure puoi tirare fuori dal borsello la tua vena più sadica e lasciare la tua amara metà dopo che questa è volata solo per te, per farti una sorpresa, nel cuore della movida spagnola. In quest’ultimo caso assicurati di permettere alla povera mezza mela di salire nella tua stanza solo ed esclusivamente per un bicchiere d’acqua. Punto, non facciamo troppo i sentimentali.

In tutta questa tragicommedia possiamo ancora inserire almeno un personaggio. Si tratta naturalmente de “Lo sconosciuto”. Quello che si innamora follemente di te perché ha visto il tuo meraviglioso cappello delle grandi, medie e piccole occasioni e sulla base di questo provvidenziale colpo di fulmine decide che tu sei senza ombra di dubbio la regina ideale delle sue follie, ti adora, ti desidera, è geloso di te ed è pronto a tutto pur di ricevere un tuo sguardo benevolo. Questo sarebbe in realtà il migliore beneficiario di quel “bicchiere d’acqua” di cui parlavo sopra, che magari può fargli capire quanto tu preferisca decisamente la bandiera arcobaleno. Ma è inutile, ormai mi sembra evidente che la sottoscritta è dotata di potentissima calamita per sconosciuti innamorati e non può fare altro che rassegnarsi alla realtà del suo travolgente ed irresistibile fascino.

Ma adesso basta con le corbellerie, siamo arrivati all’ultimo capitolo della mia storia Harmony ed è il momento di parlare di nuovo di cose serie. Come dalla migliore tradizione rondò torniamo al tema iniziale: il miglior modo di guadagnare al giorno d’oggi. Dopo una laurea ed un esame di stato cosa può fare una come me delle sue competenze? Dico a mia madre: “Se non farò il medico farò la giornalista e altrimenti farò la barista!”. Lei mi risponde: “Basta che non fai la escort!”.

Cari lettori e cara mamma, confesso che ci avevo pensato!!

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