Coincidenze, affascinanti misteri della fede che secondo me in realtà non esistono. Io ho sempre avuto molto poco di femminile: da piccola i miei amici erano quasi tutti maschi e preferivo decisamente giocare con macchinine e costruzioni piuttosto che con le Barbie, alle quali normalmente finivo per staccare la testa e/o tagliare i capelli per rendere più credibili delle relazioni lesbo. Oggi poi, alla veneranda età di 26 anni, porto una prima di reggiseno, con le gonne mi sento mediamente a disagio e continuo bene o male a sostenere la parte dell’uomo di casa. A mia madre poi, per completare il quadro, oltre all’infinito numero di cavolate che hanno detto sul mio conto, per un certo periodo della mia infanzia, medici e affini, avevano addirittura riferito, con assoluta certezza ecograficamente documentata, che sarei nata maschio. E da maschio il mio nome sarebbe stato Matteo. Coincidenze? Chissà… Quello che so è che da sempre sono stata circondata da Matteo di ogni genere e specie, come se da quella primitiva ipotesi di appellativo maschile fosse derivato un qualche legame, segreto ed inspiegabile ma stabile negli anni, con persone così nomate.
uno tira l’altro! ahahahah!!!
Questa cosa curiosa l’ho compresa all’inizio della settimana grazie al contributo inatteso e gradito di un messaggio su Facebook. A questo punto vi starete chiedendo che cosa ci possa essere di strano in un messaggio su Facebook, immagino. Ebbene, vi rispondo: il mittente, per dirne una. Mai avrei pensato che potesse spuntare fuori dal cilindro, questo lunedì, proprio il primo Matteo, direttamente da quindici anni fa! Ero una bimbetta delle elementari allora, quando lo conoscevo, ci parlavo, ci giocavo, quando ci scambiavamo gli ultimi libri letti da divorare in metà pomeriggio. E adesso? Non ci sentiamo né vediamo da anni, anzi quasi millenni, per la mole di vita che ci è passata in mezzo, eppure mi scrive e scopro che c’è ancora qualcosa da condividere. Anche lui ha ingurgitato tutta la letteratura disponibile, nel corso degli anni, anche lui se ne è nutrito fino a rimanerne fatalmente contagiato, fino a desiderare un taccuino “alla Hemingway”, fino a sentirsi parte della letteratura stessa, autorizzato a dare anche lui il suo contributo, o almeno a provarci. Anche lui come me. Beh, che dire, è stato bello, un tuffo all’indietro che mi ha fatto tornare alla mente tanti piccoli dettagli dolci di quando ero piccola, che credevo di aver seppellito per sempre in fondo in fondo a qualche remoto cassetto della mia anima.
“ma perché quello verde degli M&M’s è FEMMINA?!”
Matteo, quanti ne conosco? Un discreto numero, direi, ma non è il numero che conta. Quello che conta è che, per una strana, bizzarra coincidenza, i Matteo della mia vita sono sempre stati importanti, più degli altri nomi, pur numericamente superiori. E c’è sempre stato un Matteo per i momenti essenziali. Chissà, forse ci capiamo particolarmente bene, io e i Matteo, forse proprio perché sarei potuta essere uno di loro. Così, un po’ come gli M&M’s, per me un Matteo tira l’altro. Ma non si preoccupi chi mi ha fatto ridere così tanto con il suo appunto, i Matteo vengono uno alla volta per cui c’è un solo Matteo nella mia vita. Glielo concedo, va’!
§g§ [Liona “Luce” Togre]